(Aloe vera L.)
L'Aloe vera L. è una pianta succulenta della famiglia delle Asphodelaceae, che predilige i climi caldi e secchi.
Foglie: sono disposte a ciuffo, semplici, lunghe 40–60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto, presentano cuticola molto spessa e sono carnose a causa degli abbondanti parenchimi acquiferi presenti al loro interno; presentano spine solo lungo i lati.
Fiori: scapo fiorifero che si innalza dal centro delle foglie, costituito da un'infiorescenza a racemo con asse ingrossato. Sono di colore dal giallo al rosso; è una pianta autosterile, si riproduce perciò solo con l'impollinazione incrociata, in quanto i fiori maschili e quelli femminili della stessa pianta non si incrociano tra loro.
I fiori di aloe aperti sono sempre rivolti verso il basso, e le gemme si aprono man mano che i fiori cadono.
La fioritura è a febbraio-marzo nei tropici.
Storia ed usi: l'uso dell'aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul finire dell'Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Baghdad, Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge: «... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli».
L'aloe era nota ed utilizzata anche presso gli Egizi (es. citata nel "papiro Ebers" del 1550 a.C.) per i preparati per l'imbalsamazione (da qui "pianta dell'immortalità") o per la cura e l'igiene del corpo o come cicatrizzante, nonché citata svariate volte nella Bibbia (es. Giovanni 19:39: «... e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre») quale pianta aromatica o per la preparazione degli unguenti prima della sepoltura.
Lo studio sistematico di questa pianta ebbe inizio solo nel 1959 grazie al farmacista texano Bill Coats, che mise a punto un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell'aloe senza più problemi di ossidazione e fermentazione. Parallelamente, il governo americano dichiarò ufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull'aloe sono molto attivi in tutto il mondo.
Da un punto di vista chimico si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell'aloe: gli zuccheri complessi, in particolare glucomannani tra cui spicca l'acemannano, nel gel trasparente interno con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia ad azione fortemente lassativa e poi svariate altre sostanze come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.
PRIMA DI TUTTO, AVVERTENZE
Effetti collaterali: come tutti i preparati a base di antrachinoni, l’utilizzo prolungato può portare ad assuefazione perché l’intestino smette di funzionare in modo adeguato e la peristalsi si riduce moltissimo. Questa condizione porta all’impigrimento dell’intestino, una condizione nota come “intestino pigro” (le contrazioni peristaltiche necessarie a favorire l’evacuazione potenziate artificiosamente attraverso l’utilizzo del farmaco possono compromettere, con il passare del tempo, la funzionalità della muscolatura del colon, che finisce per diventare incapace di contrarsi in autonomia).
Solitamente l’uso dell’Aloe gastrointestinale, nei giusti tempi e con dosaggi corretti, risulta ben tollerato; in caso di sovradosaggio o particolare sensibilità individuale possono però manifestarsi forti dolori addominali e diarrea con conseguente perdita di liquidi e sali minerali accompagnati dalla comparsa di altri disturbi legati a questa condizione (stanchezza, crampi muscolari, confusione mentale, debolezza).
Controindicazioni: è bene non somministrare questo rimedio fitoterapico né ai bambini, né alle donne in gravidanza ed in allattamento.
È controindicato anche nei soggetti che soffrono di disturbi gastrointestinali diversi dalla stitichezza occasionale (colite, intestino irritabile, occlusione intestinale).
Particolare attenzione deve essere prestata anche in soggetti con malattie epatiche, renali o cardiache.
PER COSA VIENE UTILIZZATO?
L’Aloe vera viene utilizzata in caso di stipsi occasionale.
Questo tipo di lassativo è piuttosto forte (non a caso i lassativi antrachinonici vengono definiti anche “purganti”).
È bene dunque che l’impiego avvenga per brevi periodi (non più di 10 giorni) e limitato alle dosi minime in grado di produrre gli effetti desiderati.
L’Aloe vera è un rimedio fitoterapico che contiene glicosidi antrachinonici, sostanze in grado di facilitare la contrazione della muscolatura del colon aumentando la peristalsi intestinale e favorendo il progredire delle feci verso l’esterno, e anche di aumentare la secrezione di acqua e sali da parte dell’intestino, rendendo la massa fecale più voluminosa e più morbida e quindi più facile da espellere.
Questi principi attivi vengono solitamente poco assorbiti nello stomaco e nell’intestino tenue mentre si attivano nell’intestino crasso, dove sono metabolizzati grazie alla capacità della flora batterica di trasformarli in antroni, responsabili delle proprietà lassative. Solitamente l’effetto lassativo si manifesta dopo 6-12 ore dall’assunzione.
La modalità di assunzione più diffusa è quella per via orale, sotto forma di succo condensato estratto dalla pianta.
Fonti:
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