La vitamina D (vitamina liposolubile) può essere prodotta nel nostro organismo dall'azione della luce solare sulla pelle, quindi molti esperti pensano sia più esatto considerarla un ormone.
Questa vitamina è conosciuta soprattutto per la sua capacità di stimolare l'assorbimento del calcio.
I disturbi del fegato o dei reni limitano la conversione del calciferolo (precursore della vitamina D); per spiegare la ridotta conversione sono state proposte molte teorie, fra cui un rapporto fra estrogeni e carenza di magnesia.
Di recente è stato ipotizzato che in questa conversione sia coinvolto il boro, un minerale traccia ( i minerali traccia sono consumati in quantità minore rispetto ai minerali maggiori come il ferro, il calcio, il magnesio, ecc. ).
La carenza di vitamina D provoca rachitismo (incapacità di calcificare la matrice ossea) nei bambini ed osteomalacia (rammollimento delle ossa) negli adulti; una volta erano problematiche frequenti, ora sono estremamente rari.
Dove trovarla?
Le fonti naturali di vitamina D comprendono un olio di fegato di merluzzo, pesce dei mari freddi (sgombro, salmone, aringa, ecc.) burro e tuorlo d'uovo.
In genere le verdure non ne contengono tanta, ma le fonti migliori sono quelle a foglie di colore verde scuro.
ATTENZIONE!
La vitamina D è quella potenzialmente più tossica se assunta in quantità che superano i 400 UI (Unità Internazionale) al giorno.
FONTI
. IL POTERE CURATIVO DEI CIBI, Michael T. Murray, Red Edizioni
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