La vitamina E (liposolubile) è stata scoperta nel 1922; si era osservato che i topi nutriti con un'alimentazione priva di questa vitamina erano incapaci di riprodursi.
Agisce, fondamentalmente, come antiossidante, proteggendo la membrana cellulare dai danni ossidativi; senza di essa le cellule dell'organismo sarebbero completamente vulnerabili e quelle nervose sarebbero le più esposte di tutte.
Una grave carenza di vitamina E è molto rara, ma bassi livelli sono stati associati a varie patologie fra cui l'acne, l'anemia, alcuni tumori, i calcoli alla cistifellea, la malattia di Lou Gehrig (SLA), la distrofia muscolare, il morbo di Parkinson e la sindrome di Alzheimer.
E' stato dimostrato che un'alimentazione ricca di vitamina E esercita un effetto protettivo nei confronti di molte patologie comuni, fra cui le malattie cardiache, il cancro, l'ictus, le mastopatie fibrocistiche e le infezioni virali; inoltre protegge l’organismo dai danni dell’inquinamento e del fumo di sigaretta.
La quantità di questa vitamina dipende dalla quantità di grassi polinsaturi presenti nella dieta; più grassi polinsaturi vengono consumati, più è necessario proteggerli dall'ossidazione.
Viene accumulata nel fegato e non è dunque necessario assumerla con regolarità, attraverso i cibi; il corpo la rilascia a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario.
La vitamina E è sensibile al calore ed alla luce, quindi tende a degradarsi in presenza di alte temperature.
Ha ruolo importante anche in relazione alle patologie di origine cardiovascolare, visto che è in grado di ridurre i processi di aggregazione delle piastrine, con conseguente riduzione di emboli, placche e trombi nelle arterie.
E' inoltre un anticoagulante prezioso perché previene la coagulazione "indesiderata" del sangue senza impedire la normale coagulazione richiesta in caso di ferite, utile a fermare un’emorragia. Infine la vitamina E consente di ridurre il rischio cardiovascolare grazie al fatto che con la sua azione aumenta il livello del cosiddetto colesterolo buono.
In genere viene usata a dosi di 400 - 600 UI al giorno e viene ottimamente tollerata anche a queste alte dosi, ma...
ATTENZIONE!
Quando si verifica un eccesso di vitamina E ci possono essere conseguenze negative a causa dell’innalzamento della pressione sanguigna che ne consegue e che può essere pericolosa per chi già soffre di ipertensione.
Un eccesso può creare problemi anche a chi soffre di tiroide, dal momento che si viene a creare una riduzione degli ormoni di questa ghiandola.
Altre conseguenze dell’eccesso di vitamina E possono essere stanchezza diffusa, disturbi della digestione, nausea e vomito.
La carenza di vitamina E è in genere collegata a una situazione di malnutrizione e nei soggetti più giovani può provocare difetti nella crescita e nello sviluppo; in generale, la mancanza di vitamina E può essere alla base dell’insorgenza di disturbi al sistema nervoso e problemi al metabolismo generale.
Dove trovarla?
Oli polinsaturi, semi, noci, cereali integrali, asparagi, avocado, frutti di bosco, verdure a foglia verde e pomodori.
FONTI
. IL POTERE CURATIVO DEI CIBI, Michael T. Murray, Red Edizioni
. Fonti online (www.humanitas.it)
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